Sollevatore per disabili da piscina

Nuoto e disabilità

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Nuoto e disabilità

Seconda parte

Entrando nel merito della questione è risaputo che i benefici dell’attività natatoria ricadono anche a livello psico-sociale.

Uno dei tanti effetti nonché benefici dovuti anche solo alla sommersione del corpo in acqua è la riduzione del dolore (cosa da non trascurare) se pensiamo alle varie posture scorrette dovute alla spasticità (tensione e contrazione muscolare continua).

Di conseguenza aumenterà la mobilità e ampiezza articolare nonché il rilassamento dei tessuti e dei muscoli , cosi’ da portare un miglioramento delle condizioni fisiche generali.

La frequenza ad un impianto natatorio o ad un centro di recupero con vasche dedicate con una frequenza di 1/2/3 volte la settimana favorirà così certamente un maggior inserimento sociale e motivazionale dell’individuo, sollecitando di nuovo passioni e desideri che si erano in parte dimenticati.

L’Apprendimento, e lo sviluppo di quel potenziale residuo delle varie aree del cervello (emotivo-affettiva, relazionale,motoria ecc) saranno cosi’ sottoposte ad un maggior lavoro aumentando così di conseguenza quello che nella piramide di Maslow viene definita autorealizzazione e autostima.

Quindi se pensiamo che solamente facendo vivere questa esperienza si sollecitano cosi’ tante “emozioni” vale la pena di portare in piscina (acqua) il maggior numero di individui.

La disponibilità dell’acqua ad accogliere anche con ausili di supporto la persona e il corpo diventano elemento portante per il miglioramento e il raggiungimento di “performance” personali di notevole pregio.

La figura dell’Istruttore diventa fondamentale, in quanto depositario del sapere a 360 °.

La persona in acqua , spesso viene affidata ad un’altra figura , la quale deve diventare il garante della sicurezza della prima , nonché il Maestro delle attività, percezioni e relazioni che si svilupperanno in futuro, qualora l’attività di recupero diventi una vera e propria attività ludico-sportiva.

Il piacere e il divertimento devono essere alla base dei sacrifici successivi che potranno portare ad ulteriori soddisfazioni nel tempo

A seconda del tipo di limitazioni o handicap o disabilità si realizzeranno programmi di lavoro personalizzati.

L’impegno e la partecipazione (frequenza) diventeranno da un punto di vista pedagogico e psicologico una sorta di dipendenza positiva , in quanto si scopriranno cosi’ successivamente nuove mete inesplorate (limiti) , da superare di volta in volta.

La classificazione diventa pertanto un momento di verifica e consapevolezza importante .

Molte le sigle a seconda della situazione se fisica , sensoriale , intellettivo ecc.

Nel nuoto paralimpico la classificazione è suddivisa per tipo di nuotate:

S1-S14 stile libero, dorso , farfalla

SB1-SB14 rana

SM1-SM14 misti

Le classi da S1 a S10 , da SB1 a SB9, da SM1 a SM10, sono riferite ad atleti con disabilità fisica

Le classi da S11 ad S13 , da SB11 ad SB13, e da SM11 a SM13, sono riferite ad atleti con disabilità visiva.

Le classi S14,SB14;SM14, sono riferite ad atleti con disabilità intellettiva relazionale.

Per dovere di completezza dal 2008 in Italia è stata inserita anche la classe per atleti con sindrome di Down , la C21.

Come per le classificazioni tradizionali , gli atleti con la minor funzionalità vengono collocati nella classe più bassa (S1) , quelli con la maggior funzionalità in S10, tutti gli altri vengono suddivisi proporzionalmente nelle altre classi intermedie.

Es. in S1 ci sono atleti affetti da lesioni midollari, cerebrali o gravi artrogriposi che limitano in maniera evidente tutti i movimenti; normalmente in questa classe gli atleti nuotano a dorso con la doppia bracciata.

In S5 nuotano atleti con lesioni midollari, cerebrali, o articolari che possono avere una normale funzionalità normale degli arti superiori e nulla degli arti inferiori e tronco, , oppure una discreta funzionalità di tutti e quattro gli arti.

In S10 gli atleti con un’amputazione ad un arto inferiore sotto il ginocchio , o atleti con una lieve limitazione di un’arto.

A questo punto bisogna solo nuotare, nuotare, e ancora nuotare, e riprendendo una citazione voglio ricordare che” Ogni uomo è destinato ad essere un successo ….ed il mondo è destinato ad accogliere questo successo. JJ Rousseau (Pedagogista , Filosofo, Musicista, Svizzero).

Prof. Giuseppe Righini  – email: gi,righigi@alice.it

Fonte: Nuoto e disabilità

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